Spesso siamo nelle condizioni di dover giudicare la bontà di un metodo di analisi a fronte di campionamenti effettuati su di un processo produttivo in continuo (produzione di mescole, di profumi, di farmaci o altri prodotti simili); ancora una volta lo strumento da utilizzare ha alla base l’analisi ANOVA. In questo caso si tratta di una particolare forma di ANOVA dove non vengono paragonati effetti di fattori indipendenti, ma effetti di fattori dipendenti in una precisa gerarchia. Facendo riferimento alla figura nella pagina, una commessa di produzione, con produzione sequenziale e continua, è divisa in più lotti (nell’esempio sono 15 lotti, B1 ... B15), ogni lotto è campionato più volte.
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Con questa suddivisione gerarchica, lo strumento ANOVA permette di separare la varianza totale nelle sue principali componenti:
- errore del metodo di analisi;
- errore nel campionamento;
- variazione da lotto a lotto dovuta alla disomogeneità della produzione,
gettando luce sulle dispute spesso sterili, tra analisti e reparti produttivi, per l’attribuzione di responsabilità circa la variabilità dei dati rilevati. in riferimento allo schema di figura, la prima analisi che effettuiamo è quella relativa alla varianza presente nel metodo di misurazione stesso; la seconda analisi che effettuiamo è quella relativa alla varianza presente nel metodo di campionamento; la terza analisi che effettuiamo è quella relativa alla varianza presente nei lotti e collegata all’omogeneità della produzione
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